• alopecia androgenetica

Alopecia androgenetica maschile

L’alopecia androgenetica maschile è una patologia che comporta una notevole diminuzione della quantità dei capelli e dei follicoli piliferi.  La forma androgenetica è la principale causa di diradamento progressivo dei capelli ed interessa circa l’80% degli uomini. La perdita di capelli può iniziare già dall’adolescenza e la probabilità di soffrirne aumenta con l’età. Un’età più precoce d’insorgenza è in genere legata a un tasso più rapido di progressione della perdita di capelli ed è spesso legata a fattori ereditari.

Perchè perdiamo i capelli

La crescita dei capelli inizia a livello dei follicoli piliferi, strutture che si trovano nel derma. Ciascun capello cresce per un periodo variabile dai due ai sei anni, entra poi in una fase di riposo per alcuni mesi e, infine, cade. Il ciclo ricomincia quando il follicolo inizia a produrre un nuovo capello.

La predisposizione genetica e lo squilibrio degli ormoni androgeni, tipicamente maschili, sono alla base di questa patologia che colpisce quindi più frequentemente gli uomini delle donne. In particolare è chiamato in causa il DHT (Di Hidro Testosterone) e un suo enzima la 5 α reduttasi che lo produce derivandolo dal testosterone. Per effetto del diidrotestosterone e del suo enzima, i capelli si assottigliano sempre più fino a non riuscire a coprire adeguatamente il cuoio capelluto. La fase anagen, quella di crescita del capello, si riduce progressivamente a favore di quella di involuzione e regressione (catagen) e di riposo (telogen).  I follicoli piliferi assumono cicli di crescita sempre più sincronizzati e si ha una caduta di capelli maggiore: questa situazione è chiamata telogen effluvium. Se nei follicoli aumentano i livelli di DHT, la crescita del capello può avere un ciclo più rapido e quindi una vita più breve. In questo caso, il capello può crescere più corto e più sottile oltre a trascorre più tempo tra il momento della caduta e la ricrescita del nuovo capello.

Altre cause dell’alopecia androgenetica sono dovute ad un incremento del numero o dell’affinità dei recettori per gli ormoni androgeni, una diminuzione delle proteine di trasporto degli androgeni nel sangue (SHGB) o una diminuzione degli enzimi follicolari (aromatasi). Questi ultimi convertono il testosterone in estrogeni con effetto fortificante sul capello; mancando questi enzimi, i capelli perdono forza e vitalità, si assotigliano e infine cadono senza più ricrescere. Più elevate sono le concentrazioni dell’enzima 5-alfa-reduttasi a livello del follicolo pilifero, maggiori sono le possibilità di miniaturizzazione del capello.

Segni e sintomi dell’alopecia maschile

Nell’uomo l’alopecia si manifesta con un progressivo diradamento dell’area fronto-temporale (la cosiddetta stempiatura) e del vertice. Ciò che inizialmente si nota non è tanto la caduta dei capelli, quanto la loro progressiva miniaturizzazione che rende sempre evidente il cuoio capelluto. All’esame tricoscopico, infatti, si può notare che le aree apparentemente prive di capelli sono in realtà ricoperte da una sottile peluria. In altri casi ancora, i pazienti riferiscono una notevole perdita di capelli quando fanno la doccia e quando li asciugano con il phon o ancora riferiscono di vederne molti sul cuscino del letto appena svegli.

Molto spesso negli stadi iniziali di alopecia e di telogen effluvium i pazienti riferiscono un arrossamento e desquamazione del cuoio capelluto e ne lamentano anche un certo fastidio e dolorabilità, associato a un aumento della secrezione sebacea con la necessità di lavare i capelli più spesso.

Velocità di progressione dell’alopecia androgenetica maschile

Possiamo distinguere sono due forme di alopecia maschile a seconda dalla rapidità o meno della sua progressione:

  • Alopecia androgenetica veloce: caratterizzata da uno sviluppo precoce e molto rapido; vede la fase più acuta a circa 20 anni;
  • Alopecia androgenetica lenta: vede la sua massima aggressività intorno ai 20-30 anni di vita, progredisce per circa altri 20, dopo di che rallenta, anche se non si blocca mai.

Stadi dell’alopecia androgenetica maschile

La scala Norwood-Hamilton classifica l’alopecia androgenetica nell’uomo in 7 stadi principali. Partendo da un primo stadio in cui si ha un leggero accenno di recessione lungo la linea fronto-temporale, si arriva allo stadio 7 che vede la zona superiore dello scalpo completamente calva. Ciò che rimane è una striscia di capelli in zona occipitale.

Stadi della scala Norwood:

1° stadio: Si osserva un primo accenno di recessione lungo l’attaccatura anteriore dei capelli nella regione fronto-temporale.

2° stadio: La recessione dell’area frontale diviene più evidente. Si presenta, solitamente, con aree simmetriche di forma triangolare nella zona delle tempie. I capelli tendono a diradarsi anche nella zona centrale dello scalpo, sebbene in misura inferiore.

3° stadio A: La recessione dell’attaccatura è ancora più profonda e marcata, il diradamento è molto definito.

3° stadio vertex: la caduta interessa soprattutto la zona del vertice.

4° stadio: la recessione della linea frontale è ancora più grave e si ha una carenza di densità anche nel vertice. Sono ancora presenti dei capelli che attraversano la parte superiore dello scalpo.

5° stadio: è ancora presenta una striscia di capelli sulla sommità del cuoio capelluto ma è più sottile e le zone glabre si fanno sempre più estese.

6° stadio: La zona del vertice e quella del frontale, ormai del tutto glabre, si uniscono estendendosi lateralmente e posteriormente, costituendo un’unica area esposta.

7°/8° stadio: L’area superiore dello scalpo è completamente calva. Rimane una striscia di capelli che si estende nella zona occipitale da un orecchio all’altro. Ci troviamo di fronte allo stadio più avanzato di alopecia androgenetica.

Terapie rigenerative con cellule staminali

La prima e più utilizzata terapia rigenerativa in ambito tricologico per trattare l’alopecia androgenetica dell’uomo è stata la PRP/PRGF. Questa terapia sfrutta le caratteristiche dei fattori di crescita piastrinici per stimolare la vitalità del capello sano. I fattori piastrinici, importanti nei processi di coagulazione del sangue e dei tessuti, si sono però dimostrati nel tempo essere aspecifici e con un’attività non mirata al bulbo pilifero.  Per questo motivo i risultati che si ottengono con la PRP sono spesso imprevedibili e altalenanti. La PRP/PRGF ha efficacia solo sui bulbi ancora sani e vitali mentre ha scarsa attività sui capelli micronizzati e sui bulbi piliferi in regressione.

Le terapie rigenerative con le cellule staminali prelevate dal grasso e i micro innesti dermo epidermici Rigenera® del follicolo pilifero sono invece oggi la miglior opzione terapeutica per trattare l’alopecia androgenetica nell’uomo e la perdita dei capelli tipica del telogen effluvium. Entrambe sono terapie che utilizzano le cellule staminali del paziente per rigenerare la papilla dermica del follicolo pilifero e partecipare così alla ricrescita del capello. 

Le cellule staminali del tessuto adiposo sono cellule totipotenti, prelevate dal tessuto adiposo attraverso una micro liposuzione. Queste cellule sono in grado di differenziarsi in linee cellulari diverse a seconda dell’area in cui sono impiantate.

Le cellule dei micro innesti dermo epidermici di Rigenera® prelevati dal bulbo pilifero dalla regione  dietro l’orecchio con un prelievo di tre millimetri, sono invece cellule pluripotenti, cioè già indirizzate a creare bulbi piliferi e capelli e quindi più specializzate. Le cellule presenti nei micro innesti Rigenera® sono quindi più specifiche delle staminali del grasso per la rigenerazione dei capelli e dei bulbi piliferi micronizzati e sono inoltre molto più numerose di quelle presenti nel tessuto adiposo. L’attività dei micro innesti Rigenera® è indirizzata a rendere più forti i capelli sani presenti, riattivare i bulbi piliferi in regressione, spegnere i processi infiammatori del cuoio capelluto tipici del telogen effluvium e rigenerare i capelli micronizzati.

Le terapie rigenerative con staminali, a differenza delle terapie farmacologiche, non presentano effetti collaterali in quanto sfruttano elementi cellulari del paziente stesso.

Alopecia Androgenetica Maschile: Terapie farmacologiche

Il trattamento farmacologico dell’alopecia androgenetica prevede l’uso di due farmaci.

Il primo, il minoxidil*, è utilizzato per uso topico. Risulta essere più efficace nell’area del vertice ma il suo meccanismo d’azione non è ancora ben chiaro. Il secondo, la finasteride** (Propecia®), è assunto per bocca e blocca l’azione dell’enzima 5-alfa-reduttasi. Questi due farmaci, spesso usati in combinazione, necessitano di almeno sei mesi per mostrare i primi segni di efficacia e sono più efficaci nei primi stadi di alopecia. La terapia farmacologica permette di rallentare il decorso del diradamento per un certo lasso di tempo. Questi farmaci tuttavia, possono in alcune persone presentare effetti secondari anche molto importanti.

*Il minoxidil è noto per la cura dell’ipertensione. In caso di alopecia androgenetica si utilizza localmente, sotto forma di lozione da applicare sul cuoio capelluto, e l’obiettivo è la stimolazione del bulbo pilifero. Anche in questo caso l’uso deve essere continuativo, perché la sospensione riporta i capelli alla situazione iniziale precedente la terapia.

I principali effetti collaterali sono:

  • infiammazioni
  • ipotensione
  • arrossamenti
  • prurito

** La finasteride è una sostanza usata per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna alla dose di 5 mg al giorno, mentre alla dose di 1 mg al giorno è la cura d’elezione per la calvizie. Il problema maggiore è che, nei mesi successivi al momento in cui si decide di interrompere la cura, i capelli riprenderanno a cadere ed una nuova terapia non consentirebbe uguali benefici.

I principali effetti collaterali sono:

  • diminuzione del desiderio sessuale,
  • minore concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale.

Entrambi gli effetti sono poco comuni e reversibili alla sospensione del farmaco (che purtroppo implica tuttavia anche l’interruzione dell’effetto terapeutico).

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