Ricostruire il seno dopo la mastectomia

Se la prima speranza di ogni donna che si trova ad affrontare un tumore al seno è guarire, la seconda è di riuscire a preservare un aspetto importante della propria identità femminile.

Un seno nuovo dopo la malattia

Negli ultimi anni la ricostruzione della mammella è entrata a far parte a pieno titolo della cura del cancro al seno. La donna oltre che guarire può così riprendere una vita del tutto normale, sentendosi a proprio agio in ogni situazione. La ricostruzione del seno è considerata oggi parte integrante della cura del tumore. A mano a mano che la malattia diventa sempre più curabile, si fa più pressante l’esigenza che lasci meno conseguenze possibili, anche dal punto di vista estetico.

Un intervento su misura

Le tecniche ricostruttive

Vi sono numerose opzioni per ricostruire un seno dopo una mastectomia competa o parziale. e la scelta di una tecnica od un’altra dipende da molti fattori. queste le tecniche che verranno descritte più approfonditamente nelle pagine dedicate:

  1. Espansori e protesi
  2. Microchirurgia e matrici sintetiche
  3. Lembo addominale “DIEP”
  4. Lembo gran dorsale
  5. Trapianto adiposo (lipofilling)
  6. Ricostruzione con tessuto adiposo

Salvare il capezzolo quando si può

Fino a qualche anno fa, areola e capezzolo erano sempre asportati durante gli interventi di mastectomia. Analizzando questi tessuti i chirurghi però si sono accorti quanto la percentuale invasa da cellule tumorali fosse minima, nell’ordine dell’1-2%. Questo valore è statisticamente troppo basso per giustificare una mutilazione che, dal punto di vista psicologico, per una donna risulta molto pesante da sostenere.

Per questo motivo negli ultimi anni è stata sviluppata una tecnica (nipple sparing) che permette di preservare questa zona. Nella maggior parte dei casi la sensibilità è compromessa, ma si conserva la capacità erettile del capezzolo, rendendo il seno operato indistinguibile da quello sano. I risultati di ricostruzione mammaria con l’utilizzo di protesi, quando siano risparmiate areola e capezzolo, sono estremamente buoni. Solitamente nel seno contro laterale è sufficiente usare la tecnica del lipofilling ottenendo un risultato estremamente naturale.

Non in tutte le mastectomie, però, si può adottare questa tecnica. Oltre alla raccomandazione che l’intervento sia eseguito da chirurghi esperti, dal punto di vista oncologico e da quello estetico, per evitare rischi occorre prima di tutto che il tumore risieda a debita distanza dal capezzolo.

Ricostruzione mammaria senza protesi

L’altra grande novità degli ultimi anni nel campo della mastoplastica è il lipofilling, una strategia normalmente impiegata nella chirurgia estetica che permette di colmare i difetti dei tessuti molli, di piccole e medie dimensioni, riempiendo possibili avvallamenti che rimangono sia dopo terapia conservativa per tumore alla mammella sia dopo mastectomia.

Il grasso aspirato dalle cosce o dall’addome è opportunamente trattato e purificato per poi essere impiantato direttamente nel seno. Dopo tre o quattro di questi trattamenti, a distanza di tre mesi l’uno dall’altro, anche le mammelle in cui la radioterapia ha reso la pelle secca e poco vascolarizzata possono tornare ad avere una cute morbida ed elastica. Il merito è principalmente delle cellule staminali contenute nel tessuto adiposo, che ricostituiscono ex novo i tessuti.

Il trapianto di grasso non interferisce in maniera significativa con la lettura delle mammografie di controllo successive. Inoltre, trattandosi di tessuto proveniente dalla donna stessa, si evita qualunque rischio di rigetto o infiammazione.

Prima e dopo

Dopo l’intervento, la maggior parte delle donne si ritiene soddisfatta del risultato, anche se la simmetria tra i due seni di solito non può essere perfetta.

La ricostruzione o il rimodellamento del seno in una donna cui è stato asportato un tumore è, infatti, cosa ben diversa dal ritocco richiesto per ragioni esclusivamente estetiche. Non bisogna avere aspettative irrealistiche. I risultati che oggi si possono ottenere sono molto soddisfacenti, ma difficilmente sovrapponibili a quelli di una donna sana.

L’impianto della protesi dà al seno operato un aspetto più giovanile rispetto a quello non operato, perché resta più alto. Per ristabilire la simmetria, normalmente s’interviene con la mastopessi, intervento che permette di sollevare anche il seno controlaterale e, contemporaneamente, allineando le dimensioni delle due parti.

Intervenendo anche sulla mammella controlaterale al tumore si cerca di mantenere una simmetria, che però non sempre può essere perfetta.

La protesi al silicone ha comunque una consistenza e una mobilità diverse da quella del tessuto naturale per cui, per esempio quando la donna si sdraia, non segue la gravità come il seno sano; le cicatrici, poi, che nella chirurgia estetica vengono lasciate in zone nascoste, nel caso della chirurgia ricostruttiva invece talvolta possono essere più visibili perché dipendono dalla posizione in cui si trova il tumore. Anche in questo campo, però, sono stati fatti molti progressi.

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